Assistenza diretta e in loco agli allevatori di montagna, per aiutarli a proteggere e difendere greggi e armenti dagli attacchi dei grandi predatori. E’ quanto ha disposto la Giunta regionale del Veneto impegnando 55 mila euro per estendere, per tutta la stagione dell’alpeggio 2020 e a tutti i comprensori di pascolo e allevamento in quota, l’esperienza pilota realizzata lo scorso anno sull’Altopiano di Asiago.
I presidi coprirannno le diverse aree montane e collinari del territorio regionale:
- l’area del Baldo, della Lessinia e della val di Chiampo;
- l’area del Pasubio, della Val d’Astico, dell’Altopiano Sette Comuni e della Valbrenta;
- area del massiccio del Grappa con tutti i suoi versanti, dal Feltrino alle Prealpi Trevigiane, comprese la Val Belluna e il Bellunese;
- l’area dell’Alpago, dell’Agordino, del Cadore e del Comelico.
Compito dei presidi tecnici sarà quello di aiutare gli allevatori ad installare correttamente le recinzioni elettrificate, i dissuasori faunistici, finanziati dalla Regione. Forniranno inoltre assistenza diretta nel monitoraggio e quantificazione degli eventuali danni subiti e nella corretta compilazione delle domande di indennizzo.
Gli strumenti di prevenzione acquistati per essere efficaci nella loro funzione di prevenire attacchi da parte dei predatori al bestiame domestico, devono essere installati correttamente e gestiti durante l’intera stagione d’alpeggio con costante manutenzione.
I dati scientifici sui danni subiti dagli allevamenti in quota in Veneto ci dicono che in 8 casi su 10 le predazioni sono avvenute a scapito di capi non adeguatamente protetti o dove gli strumenti di prevenzione non hanno funzionato a dovere a causa di inconvenienti tecnici o difficoltà di installazione.
La prevenzione è al momento l’unica arma in nostro possesso, visto che il Ministero dell’Ambiente latita sul Piano di gestione lupo.